In ritardo

A volte è necessario essere sobri, smettendo di fuggire innanzi a una realtà che non ci piace, fermando una risata che è un compianto per un’altra realtà che non è stata.

Un ubriaco goliàrdico, in preda ad una schizofrenìa etìlica tra lacrime e risate, rutti e capogiri, noncurante del locale che gli crolla attorno a sé.
Egoismo e menefreghismo, un mix micidiale, un cocktail dialettico.

Ma è tardi… lo vedi che è tardi?
Tutto si sgretola, tutto crolla e continua a crollare imperterrito.
Sull’orlo del baratro è necessario essere sobri per non perdere l’equilibrio.
E allora è giusto smettere di ridere, anzi, non c’è nulla da ridere.

Ma lo specchio è in ritardo, continua a ridere quell’immagine riflessa, perché è tardi: lo vedi che è tardi?
Perdi tempo davanti allo specchio; lascialo lì, imprigionato nel cristallo, il nichilismo.
La vita è lunga, ma non così lunga, ed è sempre tardi per compatirsi.

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